martedì 1 maggio 2007

La morte della questione morale

Travaglio oggi scrive sul blog di Beppe Grillo.
Ne riporto una parte:


La notizia non é segreta, ma è vietato pubblicarla: i giornalisti la conoscono, ma non possono più raccontarla. Se qualcuno vuol proprio sapere qualcosa, magari viene in redazione e gli facciamo leggere le carte, di straforo. Ancora: è vietata la pubblicazione, anche nel contenuto, di intercettazioni e tabulati telefonici “anche se non più coperti da segreto”. Stesso discorso: non sono segreti, il giornalista li conosce, gli avvocati pure, i politici di solito anche, ma la gente non li deve sapere. Così, intanto, brulicano i ricatti. Se poi vengo in possesso di un dossier o di un’intercettazione illegalmente raccolti (per esempio, dal Sismi o dalla banda Tavaroli), e magari questi contengono notizie gravissime (per esempio, che si sta preparando un colpo di Stato), e li pubblico, rischio da 6 mesi a 4 anni di galera. Quindi non li pubblico, oppure finisco dentro.


Dopo Craxi nel pantheon del PD (e Berlinguer fuori), iniziamo a farci entrare anche le leggi porcata (tra l'altro, mai abrogate) di ispirazione Berlusconiana.
Dirò di più: ha una certa ispirazione di un ventennio non troppo lontano, ma effettuo una censura preventiva su me stesso per non dire di più.

A Mussi, Bertinotti, Diliberto, che avete votato questa legge f..., dico: date presto prova di coerenza, o i vostri progetti unitari saranno più fallimentari del PD.

Che schifo.

Grazie Travaglio.

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